Le tecniche di procreazione assistita rispetto alle gravidanze spontanee possono determinare un’aumentata incidenza di aborti spontanei correlate in particolare all’età materna, gravidanze plurime nel 20% dei casi e gravidanze extrauterine nel 4-6% dei casi correlate a diverse variabili individuali e di coppia.
Le minime dosi di gonadotropine utilizzate nelle tecniche di primo livello (rapporti sessuali programmati e inseminazione intrauterina) garantiscono un rischio pressochè nullo di indurre la “sindrome da iperstimolazione ovarica”.
Gli studi scientifici più recenti non hanno dimostrato che l’utilizzo dei farmaci per l’infertilità aumentino in maniera statisticamente significativa il rischio di tumori o di altre patologie.